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Indice
Facciamo un po' di chiarezza
Legni e Vernici Vivere Zen
Materassi in lattice Vivere Zen
Domande frequenti
Consulenze grauite
Guida alla scelta del futon
Materasso o futon?
I materiali del futon
Manutenzione del futon
Cosa è il futon?
Guida alla scelta dei tatami
Realizzare una pavimentazione tatami
Manutenzione del tatami
Cosa è il Tatami?
Guida alla scelta del materasso
Le fodere
I guanciali
I topper
Manutenzione dei materassi in lattice
I vantaggi dei materassi in lattice
I materiali dei materassi in lattice
Come scegliere tessuti e colori
Guida alla scelta dei legni
Durante il periodo Heian (794-1185) i tatami erano considerati un lusso, ed i nobili li usavano come letti o per sedersi. Il futon? Era poco più di un cuscino. Successivamente preti e samurai acquisirono un maggiore potere all’interno della società, e questo si rifletté anche nella presenza dei tatami nelle loro abitazioni. Lentamente i panelli di giunco a ricoprire tutte le stanze, a partire da quelle più piccole. Intorno al diciassettesimo secolo il loro uso si era ormai diffuso a ogni classe sociale.
Una nota particolare: la classe nobiliare adoperava i tatami per creare delle vere e proprie stanze segrete. Le guardie del corpo del signore si nascondevano in queste botole pronte ad intervenire in caso di pericolo, e ad usare i pannelli che coprivano il loro nascondiglio come scudo contro gli attacchi.
I maestri di spada per provare la loro bravura o il filo della lama adoperano un rotolo fatto dello stesso materiale dei tatami che viene tenuto nell’acqua per parecchi giorni. Si tratta di una tecnica particolare, dove il rotolo usato serve a replicare la consistenza di un arto umano, ed il taglio corretto viene dato dall’angolazione della spada: mettendo troppa forza infatti si rischierebbe di rovinare la lama.
La cerimonia del tè è un rituale che si svolge rigorosamente sui tatami. Per mantenere la temperatura del tè si può fare uso di braciere poggiato oppure di una piccola buca quadrata (ro) all’interno di uno dei tatami delimitata da una cornice di legno laccato (robuchi).
A seconda delle varie regioni, i tatami avevano nomi e dimensioni leggermente diverse, dal più grande, il Kyoma, della regione di Kyoto, con 95,5x191 cm, al più piccolo il Kantoma, o Edoma della regione di Tokyo, che misura 88x176 cm. Altri tatami sono l’Ainoma, il Chuukyoma e il Danchima.
La caratteristica comune è che il lato corto sarà sempre la metà di quello lungo, elemento indispensabile per permettere la composizione degli schemi tradizionali.
Come misura standard per approssimazione in occidente si indicano le dimensioni 90x180 cm.
La paura del 4. I disegni tradizionali (Shyugi Shiki) spesso fanno uso di mezzi tatami da 90x90 cm detti anche hanjo. Disporre i pannelli secondo un disegno a croce è considerato infausto. Le composizioni tipiche adoperano una sistemazione a T, ed in nessun punto si devono toccare gli angoli di tre o più stuoie.
Da dove nasce questa paura 4? L’ipotesi più probabile vede in questo elemento il riflesso di una società fortemente militarizzata. La tradizione militare giapponese è molto forte, e le città venivano costruite in previsione di un eventuale attacco nemico. Una delle tecniche utilizzate era creare uno schema delle vie circolare simile ad un labirinto, in cui non erano mai presenti quadrivi, più difficili da difendere, ma tutte strade con una singola deviazione (3 rami quindi).
In molti paesi orientali il 4 è simbolo funesto, la parola “4” e la parola “morte” sono rappresentate dallo stesso ideogramma: in Giappone è molto difficile trovare oggetti in gruppi di quattro, e molto spesso questo numero viene saltato nella numerazione dei civici, o dei piani degli edifici.
Sempre per questo motivo troveremo i tatami che si toccano ai quattro angoli soltanto nelle cerimonie funebri. Questa disposizione porta il nome di Fushyugi Shiki. Lo schema a rete intrappolerà le energie funeste, così come i disegni fortunati o Shyugi Shiki favoriscono la circolazione delle energie positive.